BLOG DEL COLLETTIVO LAVORI IN CORSO

Generale

TOR VERGATA – CORTEO ANTIFASCISTA – GIOVEDI 25 MARZO – ORE 13.00 – RITROVO A MEDICINA

by on Mar.22, 2010, under Generale

Manifestino corteo antifa 25 marzo a Tor Vergata
 

Appello
per il corteo antifascista di Tor Vergata

Tutti sono a
conoscenza che le organizzazioni denominate "Blocco Studentesco"
e "Casapound" sono dichiaratamente neofasciste.

Tutti sanno
che si tratta di picchiatori allenati a far male, ad agire in branco
e ben protetti dai piani alti della politica e delle forze
dell’ordine mandati nelle strade con la chiara funzione di provocare
e reprimere.

Una delle
vecchie armi del Potere che insieme ad un complesso sistema di
controllo ha come obiettivo quello di limitare la libertà di
autogestione delle nostre vite affinché resti sempre alto
l’interesse del capitale.

Tutti
ricordano gli sprangatori tricolori che furono cacciati da Piazza
Navona e,del loro tentativo di infiltrarsi nel movimento studentesco
(come sarebbe piaciuto a Francesco Cossiga..).

Tutti sanno
che i "fascisti del terzo millennio" sono un fenomeno
mediatico, costruito a tavolino e pubblicizzato attraverso alcuni
mezzi di informazione per renderli più presentabili all’opinione
pubblica.

Tutti sanno
che a Roma e dintorni non superano la cifra di 100 persone, dai 20 ai
50 anni di età, di cui si conoscono i "curriculum".

Tutti sanno
che è dal giugno 2008 che i neofascisti di questi gruppi tentano di
mettere radici nell’Ateneo di Tor Vergata e che, per questo motivo,
hanno sempre e ribadiamo SEMPRE, trovato una forte resistenza.

Tutti,
amministrazione dell’Ateneo in primis, erano informati sulle minacce,
le intimidazioni e le aggressioni fisiche che Blocco Studentesco,
coadiuvato dai "vecchi" di Casapound, ha perpetrato dentro
l’università di Tor Vergata dai primi casi di ottobre 2008 fino
all’ultimo datato il 27 gennaio scorso.

Nell’impossibilità
per loro di poter trovare agibilità nel secondo Ateneo romano ed in
vista delle elezioni regionali, nelle quali appoggiano Renata
Polverini, e di quelle studentesche previste tra poche settimane, i
neofascisti di Blocco e Casapound ce li siamo ritrovati a
Giurisprudenza, sede del Rettorato, per di più patrocinati e
finanziati dall’Università stessa, presentandosi attraverso
un’associazione ad essi legata.

Da studenti
e studentesse antifascisti/e abbiamo nuovamente agito, pur sapendo di
quali infamate possono essere capaci questi soggetti e di quali
importanti sostegni politici essi godono.

Sia lunedì
15 che martedì 16 si è trattato di due AGGRESSIONI FASCISTE: cinque
studenti, una studentessa e un impiegato dell’università feriti
dagli squadristi e refertati al Policlinico lunedì mattina. Otto
studenti ed una studentessa fermati dalla Polizia durante il secondo
agguato ed un altro studente ferito.

Respingiamo
ogni tentativo di equiparazione ed equidistanza con organizzazioni
squadriste perché il Collettivo e gli altri studenti/esse
antifascisti/e hanno sempre agito alla luce del sole e mai si sono
resi responsabili di episodi di violenza in oltre venti anni di
attività.

Non staremo
qui a piangerci addosso né rinunceremo al nostro costante impegno
nelle lotte dentro e fuori un’università che rimarrà impermeabile
alle infiltrazioni di razzisti, omofobi e fascisti come quelli che
continuiamo a trovarci dinnanzi. La nostra presenza qui, insieme
ai/alle feriti/e, dimostra che i loro piani sono già falliti.

Quello che
sta avvenendo coinvolge tutti/e, ed è ai singoli e alle realtà che
ci rivolgiamo, affinché continuino non solo ad esprimerci la propria
solidarietà ma siano effettivamente presenti nelle forme e nelle
pratiche ritenute più opportune. Ciascuno faccia la propria parte,
noi la stiamo già facendo, da sempre.

Invitiamo
tutti/e a partecipare al corteo antifascista che abbiamo convocato
per

giovedì
25 marzo, con ritrovo alla 13.00 nei pressi della Facoltà di
Medicina

(via
Montpellier – capolinea ATAC 500).

Attraverseremo
il campus universitario per giungere a inchiodare alla proprie
responsabilità l’amministrazione presso il Rettorato. Sappiamo bene
che i fascisti in Italia hanno sempre fatto comodo ai poteri forti
che li manovrano e possono quindi contare su chi li sostiene, chi li
copre, chi li finanzia, chi li benedice e chi con la propria "fattiva
indifferenza" si rende complice del loro operato e trae
beneficio dai loro servigi.

La
"normalizzazione" della loro presenza a Tor Vergata, in
città e nel resto del Paese non è stata e non potrà mai essere
accettata e tollerata. Non lo è stato nel 2008, non ci sono riusciti
nel 2009 e così sarà nel 2010.

Roma, 21
marzo 2010

Collettivo
"Lavori in Corso" e antifascisti/e di Tor Vergata

Adesioni:
clic@autistici.org

 


Commenti disabilitati su TOR VERGATA – CORTEO ANTIFASCISTA – GIOVEDI 25 MARZO – ORE 13.00 – RITROVO A MEDICINA more...

CORTEO ANTIFASCISTA

by on Mar.21, 2010, under Generale



GIOVEDI’ 25 MARZO – ORE 13.00 
CORTEO ANTIFASCISTA A TOR VERGATA

 

Ritrovo persso la facoltà di Medicina (via Montpellier, capolinea del 500)


Contro lo squadrismo, i suoi "padrini" e chi tutela le incursioni squadriste


Nelle prossime ore faremo girare un appello per raccogliere le adesioni
 
clic@autistici.org

 

Commenti disabilitati su CORTEO ANTIFASCISTA more...

“IL VOLANTINO SCOMODO”

by on Mar.18, 2010, under Generale

 Oggi, 15 marzo, l’ateneo di Tor Vergata ospita, finanzia e patrocina organizzazioni neofasciste
coperte da sigle di “innocue” associazioni onlus.
Dal 2008 ad oggi, gli squadristi di “Blocco Studentesco” e “Casapound” tentano invano di farsi
largo con i loro “progetti” di chiaro stampo neofascista nella seconda università di Roma.
Solo la mobilitazione degli studenti durante la lotta contro la legge Gelmini, le iniziative della
primavera del 2009 e la continua informazione hanno reso il terreno impraticabile per questi
lecchini al servizio di palazzinari quali Caltagirone e il sindaco di Marino, Adriano Palozzi.
“Sprangatori tricolori” a Piazza Navona e talmente “rivoluzionari” da voler intitolare a “Bottino”
Craxi strade e piazze in tutta Italia, "Blocco Studentesco" e "Casapound" si autodefiniscono
"fascisti del terzo millennio", in tutto e per tutto similmente infami a quelli del secondo, servi
pagati da imprenditori e politici, da utilizzare nei confronti di chi lotta per una società diversa.
Minacce, intimidazioni e aggressioni squadriste che si sono susseguite in ateneo durante questi
mesi, mai riportate dagli organi di stampa di regime, non sono servite loro per farsi accettare.
Stavolta si presentano sotto le insegne della “Comunità solidarista Popoli”, fondata da Franco
Nerozzi, condannato (patteggiato) a seguito di un’ inchiesta partita nel 2002 per reclutamento e
traffico di armi e mercenari da spedire in giro per il mondo per destabilizzare quei governi contrari
ai progetti speculativi e devastanti ad opera di alcune multinazionali "committenti" di tale onlus.
Della cosiddetta “autodeterminazione dei popoli” a loro non interessa nulla, altrimenti si
occuperebbero in qualche modo anche dei Baschi, degli Zapatisti in Messico, dei Curdi in Turchia,
ecc… che rivendicano un modello di società basato sull’uguaglianza di tutte le persone senza lo
sfruttamento e la prevaricazione degli uomini su altri uomini, libero cioè dal capitalismo.
Queste associazioni oggi presenti, tra cui la “Laogai Foundation”, godono di appoggi partitici bipartisan,
in particolare dei “Radicali” di Emma Bonino la quale con “Nessuno tocchi Caino” sta
tentando di riciclare e riabilitare agli occhi dell’opinione pubblica la coppia di stragisti neofascisti
più famosa d’Italia, ovvero la Mambro e Fioravanti (strage della stazione di Bologna e non solo).
Ma l’università dove studiamo quotidianamente è famosa perché impicci e imbrogli non sono mai
mancati, a cominciare dal collegamento tra gli affari di Balducci (incaricato del governo per gli
appalti dei “grandi eventi”) e l’attuale Rettore Renato Lauro (lo “zio” delle intercettazioni), allo
sperpero di denaro pubblico per le “buche” che dovevano essere le piscine dei mondiali di nuoto
(Veltroni&co.), alla vendita della facoltà di Giurisprudenza per poi farsela affittare fino a ripagarla
quasi del tutto (alla “Nabucco”, cioè a “Risorse per Roma”), all’utile acquisto (in tempi di crisi e di
licenziamenti) di 8 bronzi per celebrare il “Bimillenario Cristiano” alla modica cifra di oltre 3
milioni di euro pubblici, al dare in mano alle banche il Policlinico attraverso una Fondazione, alla
stessa nascita di Tor Vergata nata da un finanziamento a Nicoletti della Banda della Magliana.
A tutto questo schifo continueremo ad opporci e invitiamo tutti/e a non restare indifferenti.
Per la libertà dei popoli oppressi contro i neofascisti dell’associazione “Popoli”,

Tor Vergata si conferma Tor Vergogna.

(continue reading…)

Commenti disabilitati su “IL VOLANTINO SCOMODO” more...

Tor Vergata: dopo i 7 feriti di ieri, altre pesanti aggressioni squadriste in ateneo durante la seduta del Senato Accademico.

by on Mar.16, 2010, under Generale

Oggi alle 15.00 si è riunito il Senato Accademico di Tor Vergata, luogo in cui si voleva far esprimere l'Ateneo in
merito ai fatti accaduti ieri durante i quali 40 neofascisti di “Casapound” e “Blocco Studentesco” provenienti da
tutta Roma e provincia hanno aggredito venti studenti e studentesse che stavano iniziando un volantinaggio a
Giurisprudenza per smascherare la prima iniziativa pubblica di questi soggetti, coperta dal prestanome di una
onlus ad essi collegata (“Comunità solidarista Popoli”).
Ieri sono stati feriti e medicati in diversi pronto soccorso della città cinque studenti, una studentessa e un
lavoratore dell'ateneo tutti/e colpiti/e ripetutamente alla testa, con nasi e braccia fratturate, traumi causati da
pugni, calci, cinghiate, caschi ed altri oggetti contundenti. La polizia già presente in loco non ha fermato i
neofascisti che hanno poi continuato ad effettuare ronde squadriste dentro e fuori Giurisprudenza.
Oggi è successo ancora di peggio, se possibile.
Davanti al Rettorato dal primo pomeriggio erano presenti un centinaio di fascisti armati di spranghe, bastoni,
manganelli telescopici, cinghie e caschi che hanno impedito al rappresentate del Collettivo di prendere parte al
Senato Accademico e agli altri studenti e studentesse che lo stavano accompagnando di avvicinarsi,
aggredendoli sotto gli occhi delle forze dell'ordine che hanno permesso agli squadristi di fare i loro comodi.
C'erano oltre ai 40 di “Casapound” e “Blocco Studentesco” altre decine di camerati da loro reclutati per
l'occasione.
La polizia era presente sia a Lettere, da dove ci si stava trasferendo a seguito della conferenza stampa da noi
indetta, che a Giurisprudenza e ha collaborato attivamente alla riuscita dell'agguato squadrista che ha per altro
portato al fermo di 7 ragazzi antifascisti che si trovano presso il commissariato di zona.
Il Rettore e gli altri componenti del Senato Accademico hanno continuato, come se nulla stesse succedendo, ad
eccezione di due senatori accademici (RDB e CGIL) che hanno chiesto invano la sospensione della seduta per
quanto accadeva all'esterno e per il fatto che ad un senatore è stato impedito fisicamente di esercitare il suo
diritto a partecipare alla seduta.
Dopo l'aggressione fascista di ieri, il Rettore è stato inoltre protagonista di un provvedimento disciplinare
vergognoso: ha annunciato di voler bloccare le iniziative studentesche fino al mese di maggio. Reputiamo tale
misura cautelativa sbagliata e del tutto fuori luogo rispetto ai fatti accaduti.
Sono quasi due anni che denunciamo i tentativi portati avanti tramite minacce, intimidazioni e aggressioni
fisiche dai neofascisti di queste organizzazioni alleate con Azione Universitaria e PdL che li hanno sempre
coperti e tutelati politicamente per via di comuni accordi elettorali.
Dopo l'ennesima aggressione il Rettore Renato Lauro e l'Amministrazione dovranno assumersi la responsabilità
politica e giuridica di quanto avvenuto in Ateneo, per aver permesso una seconda volta, dopo aver visto i
corridoi insanguinati, a questi picchiatori di farla da padroni nell'Ateneo di Tor Vergata.
Convochiamo quindi un'assemblea pubblica d'ateneo per giovedì alle ore 13.00 presso la Facoltà di
Lettere e, a seguire, nel pomeriggio un'assemblea cittadina sempre a Lettere a Tor Vergata per portare
alla luce la verità e la gravità dei fatti che si stanno susseguendo in questi giorni.
Invitiamo studenti, ricercatori, professori e realtà sociali e politiche a partecipare a questi appuntamenti dove
sarà illustrato quanto avvenuto e per dare un'immediata risposta a questa pesante situazione.
Invitiamo tutti/e ad esprimere pubblicamente la propria solidarietà nelle forme che ciascuno riterrà più
opportuno.
Fascisti, “padrini” istituzionali e forze dell'ordine stanno portando il panico e la violenza a Tor Vergata per
questioni politiche ed economiche che vanno contro gli interessi di studenti e collettività.
Nonostante tutto, non ci riusciranno.

GIOVEDI' 18 MARZO – ORE 13.00 – FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA – ASSEMBLEA D'ATENEO
SUBITO DOPO, A SEGUIRE, ASSEMBLEA CITTADINA SEMPRE A LETTERE E FILOSOFIA

Commenti disabilitati su Tor Vergata: dopo i 7 feriti di ieri, altre pesanti aggressioni squadriste in ateneo durante la seduta del Senato Accademico. more...

Festa del collettivo LAVORI IN CORSO

by on Mar.12, 2010, under Generale

prova

 

—- Sabato 27 Marzo dalle 21.30 all’ I’PO’ di Marino in Via  del Giardino Vecchio 1—-

Sottoscrizione LIBERA!!!!

Commenti disabilitati su Festa del collettivo LAVORI IN CORSO more...

Niente mimose…

by on Mar.08, 2010, under Generale

 

                                                                        

 
 
http://femminismo-a-sud.noblogs.org

Chi ci conosce sa
che dell’otto marzo non ci importa molto. E’ una occasione per parlarne
ma noi ne parliamo tutto l’anno. Non ci piacciono le mimose, gli
auguri, le celebrazioni
perchè per noi queste sono giornate di lutto in cui tutto ci ricorda
ancora di più che ci sono mille donne a morire, mille donne a soffrire,
mille donne a urlare, altrettante a restare inascoltate. Mille ogni
giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo.

Noi non usciamo da "sole" l’otto marzo per andare a rinchiuderci dentro un ristorante o un club privee che specula
sul nostro lutto. Non ci importa di andare ad adorare un macho che vuol
farci provare il brivido di un muscolo esibito. Non ci importa niente
di miti televisivi che sfileranno nelle discoteche per le donne, di
questo bagno di tronisti, ballisti, isti…

A noi delle donne
interessa davvero e ci interessa anche degli uomini con i quali
cresciamo insieme ogni momento. Ma le donne sono nostre sorelle e le
ringraziamo tutte per i loro sforzi, per le loro battaglie quotidiane,
per ogni scelta difficile che fanno ogni giorno perchè qualunque loro
piccola o grande conquista è e sarà sempre una piccola o grande
conquista per tutte noi. Qualunque donna si ribelli, dia voce alle sue
speranze, alle sue esigenze, alle sue rivendicazioni, sta urlando per
tutte noi e assieme a noi.

Se una donna
dice Basta! tutte noi diciamo Basta! Se una donna dice di No, siamo
tutte lì a dire di No. Per ogni donna stuprata, ferita, picchiata,
umiliata, offesa, siamo tutte parte lesa.

Siamo grate a
ogni donna per quello che ci ha permesso di fare oggi. Ad ogni donna
che ci ha restituito un briciolo di libertà. Ad ogni donna che ci ha
permesso di studiare, leggere, scrivere, esprimerci, sapere,
partecipare, amare, ridere, ballare, giocare, godere, conoscere,
lavorare, scegliere. Siamo grate ad ogni donna che con la sua lotta ci
ha permesso di esistere. Ad ogni donna che con il suo lavoro ci ha
aperto la strada per la nostra autonomia economica. Ad ogni donna
precaria, disoccupata, che lotta per il suo e il nostro diritto ad
avere un posto di lavoro. Ad ogni donna che lotta per il suo e il
nostro diritto ad avere un reddito, una casa, una vita decente. Ad ogni
donna che smette di usare la parola "conciliazione", riferita al tempo
in cui noi dovremmo spartire la nostra pelle tra ruoli di cura e
lavoro, e comincia ad usare la frase "diritto ai servizi a tutela delle
lavoratrici", meglio se full time. Ad ogni donna che non si è arresa,
ha resistito e combattuto per le proprie idee, per poter essere quello
che voleva, per poter amare chi voleva, per vivere la sessualità nel
modo in cui lo preferiva. Ad ogni donna che si è ribellata alla
violenza maschile. Ad ogni donna che ha condiviso la propria dolorosa
storia e la propria esperienza di riscatto affinchè le altre potessero
trarne insegnamento. Ad ogni donna che ha smesso di piangere, che si è
rifiutata di essere una martire, un capro espiatorio, un agnello
sacrificale, che ha mandato a quel paese l’idea di sacrificio che tutti
le imponevano, per il bene della patria, della famiglia, dei mariti,
dei padri, dei padri dei padri, e che ha deciso di vivere la sua vita
da protagonista, lottando, scegliendo, presente a se stessa, sempre. 

Grazie alle donne
tutte, biologiche e non. Grazie alle donne che ci hanno permesso di
dire quello che stiamo dicendo senza correre il rischio di finire
ammazzate, in galera o in manicomio. Grazie alle donne che ci hanno
permesso di scegliere un presente e un futuro per noi stesse.

Grazie
alle nostre nonne per le grandi sofferenze che hanno patito e per aver
aperto un varco per ciascuna di noi. Grazie alle nostre figlie perchè
ci rimettono in discussione, perchè ci mostrano nuovi metodi, nuove
pratiche, altri necessari obiettivi, perchè vorremmo lasciare loro un
mondo meno crudele di quello presente avendo il tempo di godercelo
almeno un po’. Grazie alle nostre mamme che ci hanno protetto da padri
violenti, possessivi, arrabbiati e che ci hanno permesso di sfuggire a
matrimoni imposti o alle attenzioni di maschi di famiglia "troppo
premurosi". Grazie a quelle donne che ci hanno curato e che si sono
prese cura dei nostri figli per permetterci di essere studentesse e
lavoratrici emancipate. Grazie per ogni attenzione, ogni ricetta di
cucina, ogni consiglio privato, ogni suggerimento riferito come fosse
una magia di orecchio in orecchio affinchè arrivasse a noi, affinchè il
nostro destino potesse compiersi in modo diverso. Affinchè il nostro
destino potesse trasformarsi nella determinazione consapevole e
responsabile della nostra vita, della nostra maternità, della nostra
sessualità.

Siamo grate
alle donne con le quali andiamo d’accordo, a quelle con cui discutiamo,
litighiamo perfino, perchè ciascuna ci permette di crescere e ciascuna
rappresenta un granello di passione che unito agli altri diventa pura
energia, temibile, grandiosa, eccezionale in ogni azione realizzata e
in ogni piccolo o grande progresso fatto. Siamo grate alle donne che la
pensano come noi e a quelle che non la pensano esattamente come noi.
Siamo grate a tante ma non a tutte.

C’è bisogno
di fare distinzioni in questa giornata "istituzionalizzata" perchè non
si pensi che tutte le donne fanno bene alle donne. Ce ne sono di
devastanti e deleterie per se stesse e per tutte noi. Ci sono donne
sessiste che sfruttano i corpi delle donne tanto quanto gli uomini. Ci
sono donne razziste che votano o promulgano leggi in cui è scritto che
le donne straniere saranno deportate dentro centri di identificazione ed espulsione
e lì umiliate, private delle loro speranze e delle loro vite, stuprate.
Ci sono donne razziste che non sono mai turbate quando ascoltano donne
che vengono da paesi lontani e che per arrivare hanno vissuto
l’inferno, sono passate di stupro in stupro per poi essere respinte in
mare, ammazzate tra le acque del mediterraneo o riconsegnate ai loro
aguzzini stupratori. Ci sono donne fasciste che obbediscono al
patriarcato e sono le nostre kapo’ perchè ci vogliono tutte piegate e
sottomesse al volere degli uomini, ci impongono una sessualità mutilata
e costretta al solo scopo riproduttivo, ci costringono a soffrire per
qualunque scelta di libertà compiuta, marchiano i nostri uteri e
inzozzano il nostro cammino di libertà con mille ostacoli che non
possiamo perdonare perchè non c’è sorellanza con quelle donne che
vogliono distruggerci, neanche se lo fanno per realizzare la loro
emancipazione sulla nostra pelle. Nulla giustifica la crudeltà,
l’egoismo, la miseria delle loro scelte, dei loro pensieri e delle loro
parole.

Perciò a loro
lasciamo i ristoranti e i fiorellini e noi ci prendiamo il rispetto per
le lotte compiute e per quelle che continuiamo a realizzare, in questo
percorso difficilissimo in cui è fondamentale lottare per esistere,
oggi più che mai giacchè le conquiste fatte sono messe a gravissimo
rischio e molti regressi purtroppo si sono già verificati.

A pugno chiuso,
sorelle, a testa alta, orgogliose, fiere, felici, in pubblico, in
privato, in piazza, sul posto di lavoro, a scuola, in casa, ogni giorno
a sputare su hegel, sul maschilismo e sul patriarcato. Abbiamo mille
sassi che ci hanno lanciato addosso per lapidarci, lastricare la nostra
strada di spigoli appuntiti, appesantirci per non farci arrivare mai
alla meta. Una pietra ciascuna. Una dopo l’altra. Il patriarcato non
potrà resistere a lungo.

Vogliamo
l’uguaglianza, per ogni essere umano. Nessuna persona dovrà mai più
essere sottomessa, sfruttata e discriminata. Nessuna persona dovrà mai
più subire quello che abbiamo subito e che ancora subiamo noi.

con amore e rabbia

le Fike Sicule

Commenti disabilitati su Niente mimose… more...

– AMNESIE DEL III MILLENNIO –

by on Feb.19, 2010, under Generale

25febb20010 infoibiamoli tutti


Teatro 25febb

 

Giovedì 25 Febbraio nella facoltà di Lettere e Filosofia di Tor Vergata 

un’intera giornata sarà dedicata al ricordo delle pratiche nazifasciste attuate nei Balcani.

Episodi evidentemente scomodi e appositamente rimossi dalla memoria del nostro Paese


 

 

AMNESIE DEL TERZO MILLENNIO

(noi ricordiamo tutto)

“Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino ma
quella del bastone. I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possono
sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani”

                                                                                                                                         Benito Mussolini, 1920

In seguito al Trattato di Rapallo, firmato nel 1920 tra il Regno d’Italia e quello dei Serbi, Croati e Sloveni, furono annesse
all’Italia Gorizia, Trieste, l’Istria e Zara (in seguito anche Fiume).
P.N.F.” Comando Squadristi – Dignano Attenzione! Si proibisce nel modo più assoluto che nei ritrovi pubblici e per le strade
di Dignano si canti o si parli in lingua slava. Anche nei negozi di qualsiasi genere deve essere una buona volta adoperata
SOLO LA LINGUA ITALIANA.
Noi Squadristi, con metodi persuasivi, faremo rispettare il presente ordine “
Così, a chiari intenti, iniziò una sanguinosa repressione dell’identità etnica e un genocidio culturale, che tramite tutte le
pratiche care al regime fascista e ad i suoi servi cominciava dall‘italianizzazione forzata, con la proibizione dell’uso delle
lingue slovena e croata negli uffici pubblici.
Il Tribunale di Trieste emise nell’aprile del 1922 un’ordinanza che così prescriveva: "L’uso della lingua slovena nei Tribunali
di Trieste è assolutamente proibito sia negli atti che nei procedimenti orali ".
Il Regio Decreto del 7 aprile 1927 prevedeva la "restituzione in forma italiana dei cognomi originariamente italiani
snazionalizzati", che estendeva alla Venezia Giulia il precedente decreto n. 17 del 10 gennaio 1926, emanato per l’Alto
Adige. I prefetti nominarono speciali commissioni con l’incarico di formare gli elenchi dei cognomi da italianizzare. Dal 1928
al 1931 questi elenchi vennero pubblicati, e sulla Gazzetta Ufficiale cominciarono a comparire i decreti prefettizi che
imponevano la mutazione coatta dei nomi di intere famiglie.
Nel 1918 nella Venezia Giulia esistevano 541 scuole slovene e croate con circa 80.000 studenti. Un anno dopo, le scuole
erano già ridotte a 464, con 52.000 alunni. I primi ad essere colpiti furono gli insegnanti sloveni e croati. La riforma Gentile
dell‘inizio del 1924, all’art. 4 stabiliva che "in tutte le scuole elementari del Regno l’insegnamento è impartito nella lingua
della Stato". Gli insegnanti elementari sloveni dunque, per poter continuare ad insegnare nelle scuole italianizzate avrebbero
dovuto superare un esame di italiano entro l’aprile del ’24 stesso, ma molti vennero allontanati ancor prima dalle loro
occupazioni, essendo i licenziamenti in massa iniziati già dall’ottobre 1923.
Il "fascismo di frontiera" perseguiva una politica di imposizione di italianità, che ambiva ad accattivarsi le simpatie della
borghesia liberal-nazionale triestina e giuliana, nonché ad orientare la pubblica opinione contro la minoranza slava;
conseguenza diretta di questo programma di distruzione socio-culturale fu la fuga di gran parte delle minoranze della
Venezia Giulia. Secondo stime jugoslave emigrarono dai nuovi territori “italiani” all’incirca 105 mila sloveni e croati.
L’ imperialismo italiano, mirando esplicitamente all’egemonia del bacino adriatico, e trovando d’intralcio la popolazione
slovena e croata che iniziava a tendere verso l’annessione politica alla Jugoslavia,
stravolse l’eredità ideologica dell’ irredentismo (o di gran parte di esso) presentando la snazionalizzazione forzata come
propria "generosa concessione", che avrebbe portato questi popoli “inferiori” a far parte a pieno titolo della pretesa
"superiore civiltà italiana".
Entro l’inizio degli anni ’30 venne del tutto eliminata la vita associativa, culturale, politica ed economica slovena e croata (il
patrimonio economico delle associazioni sciolte passò, ovviamente, alle organizzazioni del regime fascista). In questo
stesso frangente temporale si svilupparono però organizzazioni di resistenza armata: secondo lo storico Sandi Volk, “la
nascita del movimento rivoluzionario armato significò la smentita delle tesi, sostenute ancora nel 1928 dal "Piccolo"
(quotidiano triestino di ispirazione fascista), sulla incapacità quasi "razziale" degli slavi di intraprendere azioni di resistenza
organizzate”.
Si trattava della rottura del cliché paternalista del "buon villico slavo", barbaro e sanguigno ma finalmente sottomesso,
incapace di mettere in dubbio gli equilibri nazionali del Potere.
Cambiò così (in maniera estremamente pericolosa per i fascisti) il paradigma del Croato e dello Slavo, che ora
pretendevano anziché subire. La minaccia era soprattutto rappresentata dal dilagante consenso raccolto da questi
movimenti nel contesto popolare, che riconoscevano come valida e dignitosa la strada della Resistenza.
“Il movimento nazional-rivoluzionario raccolse la sfida lanciata agli slavi dal fascismo, dal quale, come scriveva il giornale del
movimento, aveva imparato che l’ unico modo per ottenere i propri diritti era quello dell’ uso della violenza. Tale movimento
si trasfuse poi, praticamente senza soluzione di continuità […] nel movimento partigiano“.
Il periodo delle cosiddette “foibe istriane” va dalla seconda metà di settembre al 4 ottobre 1943, coincidendo con
l’insurrezione generale del popolo dell’Istria.
La popolazione di croati, sloveni, e italiani che erano stati oppressi per un Ventennio, privati d’ogni diritto, torturati, trucidati,
perseguitati, deportati e confinati, sentì vicina la Liberazione dalla lunga tirannide nazi-fascista.
Fu reclamata la punizione dei fascisti e l’allontanamento dal potere. Partirono, come è lecito immaginare, rivolte, assalti,
catture.
Fascisti, gerarchi, ricchi proprietari ed esponenti del regime vennero catturati dai "comitati di liberazione" e consegnati ai
"tribunali del popolo". Processati e condannati a morte nella maggior parte dei casi.
Gli italiani furono la maggioranza delle vittime, perché in stragrande maggioranza erano stati loro i podestà, i segretari del
Fascio, i detentori del potere politico ed economico, i grandi proprietari terrieri ed altri collaboratori del regime.
Dalle foibe sono stati estratti circa 200 corpi, cifra stravolta e strumentalizzata dalla destra neofascista e revisionista… Luigi
Papo, ex ufficiale della Milizia fascista al servizio dei tedeschi in Istria, il più fecondo "storico" delle foibe di estrema destra, è
arrivato a scrivere che gli "eccidi" portarono alla "eliminazione del 5 per cento degli Italiani"!
Falsificazioni, mistificazioni e revisionismi celano quella verità storica scomoda agli autoritarismi. Perché? Perché dietro allo
stravolgimento della realtà, si nasconde un tentativo di giustificazione delle violenze, del collaborazionismo con i nazisti, e
dei crimini di guerra commessi dai fascisti in Istria.
E’ necessario quindi ricordare un altro fatto storico della vicenda istriana dell’autunno 1943, anche per rispondere a coloro i
quali affermano che il "genocidio degli italiani in Istria è rimasto impunito".
Alla breve parentesi dell’insurrezione popolare e della sanguinosa violenza che l’accompagnò, fece seguito l’ancor più
feroce violenza degli occupatori tedeschi e dei collaborazionisti fascisti. Dal 2 al 10 ottobre 1943, guidati dai fascisti locali, i
tedeschi fecero terra bruciata appiccando il fuoco alle case, dilagando in Istria con ingenti forze militari, invadendo decine di
paesi.
Fucilando.
Impiccando.
Deportando.
L’Istria conta oltre 17.000 morti tra vittime della repressione nazifascista, morti nei lager e caduti nella Resistenza armata.
Riunitisi nel Partito Fascista Repubblicano, arruolatisi nella Guardia Nazionale Repubblicana, nella Milizia Difesa Territoriale
e, più tardi, nella Decima Mas, nonché nei reparti SS e nella Gestapo, i fascisti tornarono al loro vecchio mestiere di
manganellatori, torturatori, delatori, cacciatori di teste, in breve, di assassini, giustificando il tutto con il "diritto" di vendicare i
camerati infoibati e con il "dovere" di "difendere l’italianità dell’Istria, minacciata dalla barbarie slavo-comunista", come fu
scritto allora e come si continua a scrivere – mentendo e sapendo di mentire – ancora oggi.

Commenti disabilitati su – AMNESIE DEL III MILLENNIO – more...

Ciao Luca

by on Gen.18, 2010, under Generale

 
Con Luca, nel cuore.
Le compagne e i compagni di Lavori in Corso
Commenti disabilitati su Ciao Luca more...

Il meglio del Bestiario 2009

by on Dic.22, 2009, under Generale

… e visto che siamo in vena, pubblichiamo anche il meglio del Bestiario 2009, che raccoglie tutte le migliori cazzate dette o fatte nelle Aulette autogestite del Collettivo, aspettando le nuove entrate del 2010… 

Giochi
(giocando a Nomi, Cose, Città)
M.: "Una città con la A"
D.: "Atalanta!"

(ancora Nomi, Cose, Città, pochi minuti dopo)
N.: "Una città con la Q"
S.: "Quadraro!"

A.: "S., la capitale dell’Andorra?"
S.: (schifata) "Andorra?"
A. "Sì. E no, non è una malattia venerera"

L.: "Per me c’è sempre in gioco la gloria. Pure se giocamo a morra cinese"

(davanti alla Settimana Enigmistica)
N.: "Io devo anda’ a sfida’ Monti, quello bassotto della Pupa e il Secchione…"

Pasta ammiscata
(parlando del pranzo sociale prossimo)
N.: "Cyrano cotoletta o Collettivo bruschetta?"

C.: "A S., sei come una pera d’eroina tagliata col gesso… intasi!"

S.: "C., perché ti fai?"
C.: "Perché tu mi parli e io ogni giorno invecchio un po’ dentro…"

S.: "Pronto? Ah… M., sei te, pensavo che era la DIGOS!"

S.: "L.P. mi odia sempre di più!"
L.P.: "No, S., ti compatisco!"

Apologia delle Bestemmie
(L.S., solo davanti al computer, ascolta "Il Generatore di Bestemmie", e subito dopo inizia a cercare su Google informazioni sulle bestemmie. Nel frattempo, di tanto in tanto, se ne esce così)
– "A rega’, queste non so’ bestemmie, le bestemmie so’ incisive…"
– "Se la bestemmia è una preghiera, a me Dio me vole bene…"
– "… cioé, rega’, è la tipica preghiera degli atei…"
– "Aho, a rega’, c’è pure Pasolini che ha scritto le bestemmie…"
– "…sto a legge la storia del prete che ha detto che bestemmia’ è una preghiera…"
– "Oh, vedi che pure Perdinci è una bestemmia?"
– "C’era pure la classe sociale, rega’, i bestemmiatori…"

Solidarietà attiva
(A. prende l’accendino di S. dalla tasca di lei, mentre inscatolano gli aiuti per l’Abbruzzo. Passa A.Z. che esclama)
– "A rega’, e non ve toccate nei momenti de tragedia!"

Commerci vari
C.
: "Io c’ho uno zio ricettatore, mo’ vedo de mobilitallo"
L.: (coglie subito al balzo e urla) "A me me serve il blocco motore 7.1 della Malossi!"
C.: "No, lui tratta solo cose de supermercati"
L.: (più forte) "ALLORA ‘A MORTADELLA!"

Ignoranze
S.
: (scrivendo su MSN) "Vai su GOOGLE ART…" [ovviamente, si riferiva a Google Earth]

S.: "A rega’, c’avete mai fatto caso che Peo Pericoli assomiglia a Teo Teocoli?"

I.: (facendo le parole crociate) "18 verticale… quelli siciliani ispirarono una famosa opera di Verdi… i CANNOLI!"

Luci rosse
S.
: "Ma io a quelli mica li appoggio politicamente, li appoggio SESSUALMENTE!"

ACAB
L.:"Se tu c’hai un amico guardia…"
M.: "IO-NON-HO-AMICI-GUARDIE!"

Lapsus
E.: "Stasera vado al Teatro a Lepanto"
S.: "Che? Ce sta er teatro a Decathlon?"

L.: "A Tor Bella va forte il gruppo anti-crisi…"
M.: "Ah sì? C’è il gruppo anti-crisi? Che canta?"

L.: "Ho vinto la borsa de studio!"
G.: "Ah sì? E ‘ndo te ne vai?"

S.: "A., cerchi su Youtube My Girl Lollipop?"
A.: "MIKE???"

M.: "Un giorno lavoreremo al MACRO"
S.: "Io al massimo alla Micros"

Commenti disabilitati su Il meglio del Bestiario 2009 more...

…e famoseli, du’ conti…

by on Dic.22, 2009, under Generale

… e un altro semestre finisce, finisce un altro anno. Ma le lotte,
quelle non finiscono, non si arrestano, non si fanno né Natale né
Capodanno – perché in fondo, "anche quest’anno non c’è un cazzo da festeggiare" (cit.) – e anzi, crescono, e ne nascono di nuove…

Certo, nel 2009 ne abbiamo avuto di "piombo, fango, ed ogni giorno", come canta il Danno.
Nel mondo, particolarmente in Medio Oriente, le aggressioni imperialiste sono continuate. in Iraq, in Afhganistan. In Palestina ci sono stati ancora morti, sevizie e violenze da parte dell’esercito israeliano nei confronti dei civili palestinesi,
in nome della solita scusa dei "confini e della sicurezza nazionale".
Le solite stronzate per mascherare l’odio e lo sfruttamento. E dire che
senza nazioni, senza frontiere, senza eserciti, forse si potrebbe anche
vivere meglio. O almeno, vivere.
A Copenhagen, una quindicina di buffoni si sono riuniti per "salvare il pianeta",
o così hanno detto. E mentre loro mangiavano caviale a pranzo, per poi
discutere nel pomeriggio su intese e protocolli non vincolanti, in
molti si sono accorti che quelli che dicevano di voler curare i mali
della Terra seduti sulle loro poltrone, erano proprio gli stessi che
negli ultimi quarant’anni l’avevano distrutta, con le loro fabbriche,
con i loro disboscamenti, con le loro industrie, con i loro inceneritori, le loro turbogas, le loro centrali nucleari e i loro esperimenti bio-genetici, con i loro aeroporti, con le loro TAV. E quando questi molti hanno urlato la loro rabbia contro quell’ipocrisia, in troppi sono stati arrestati. Della serie "oltre che sì. sissignore e pure un calcio in culo". Eh sì, belle le democrazie occidentali, belle proprio…
Sempre nell’Europa-fortezza, milioni di migranti hanno
rischiato, e a volte perso, la vita nel tentativo di raggiungere un
futuro migliore. Magari anche sapendo della svolta autoritaria e
razzista dei governi europei, magari giocandosi il tutto per tutto per
fuggire da un regime dittatoriale, da un’indigenza estrema. E c’è stato
chi si è visto negare il diritto d’asilo ed è andato a marcire in un CIE
(dove molte divise, anche quelle con una Croce Rossa sopra, hanno
picchiato e stuprato) , chi è stato respinto ancora sul barcone e
inviato nelle carceri del suo paese a morire. Magari proprio mentre il
dittatore di quel paese si faceva una bella vacanza a Roma, facendo
sfoggio di tutto il suo sessismo, con la complicità del peggior
Ministro delle Pari Opportunità di sempre…
Ancora in Italia, il "pacchetto sicurezza" ha reso tutti più sicuri, sicuri da morire, sicuri di
morire. Migliaia di telecamere e i militari a mitra spianato nelle
strade hanno reso un’atmosfera già pessima, ci si passi il francesismo,
proprio un’atmosfera di merda, da colpo di stato. I medici sono stati
obbligati a denunciare chi non ha un permesso di soggiorno, la
xenofobia è cresciuta al massimo. C’è stato chi ha ben pensato di
approfittare di questa legge – che è stata fatta, che ve lo diciamo a
fare, dagli stessi che hanno usato da sempre i migranti come manodopera
a basso prezzo – per far scendere in piazza ronde fascistoidi, o per interdire la libera socialità nelle strade e nelle piazze. C’è stato pure uno che voleva vietare i cornetti di Notte. ‘Sto poro cojone.
Rimanendo sempre da queste parti, la disoccupazione è cresciuta dell’8%, i precari sono sempre più precari, e i padroni sempre più arroganti.
Certo, però c’hanno dato le Social Card. Sì, vabbè, è vero che erano
vuote, ma tanto non se ne è accorto nessuno, stavano tutti troppo
impegnati a sintonizzare il digitale terrestre pe’ vedesse le fiction
delle guardie (che guarda caso, in televisione, so’ sempre tutti belli,
bravi, buoni. Chiedeteglielo a Carlo, a Federico, a Gabriele, ad
Alexis, a Stefano…) o i film storici fascio-leghisti
(però le comparse sono rom: dicono che costano poco, si vede che da
quando li hanno sgomberati e lasciati a morire di freddo, sono
disperati del tutto…). E nel frattempo, banchieri e palazzinari, in
tandem col Sindaco dalla Celtica al Collo, promuovevano una campagna di sgomberi senza precedenti.
Regina Elena, 8 Marzo. Hanno montato accuse false e infamanti di ogni
tipo, per buttare fuori da quei palazzi chi non può permettersi un
mutuo. Certo, perché il mutuo lo danno loro. A prezzi esorbitanti. E
però, il lavoro non c’è. Allora ditelo apertamente – non a noi, che ci
siamo già arrivati da un po’ – che è tutta una truffa, per farvi
diventare sempre più ricchi, e noi sempre più poveri. Ma non
lamentatevi se resistiamo.
Nell’Università, provate a
immaginare la situazione.Il Trio ha iniziato a distruggere ciò che era
rimasto ancora da buttare giù. No, mica parliamo del trio
Solenghi-Marchesini-Lopez. Parliamo di Gelmini, Brunetta e Tremonti.
Dicono cazzate come loro, solo che i primi ci facevano ridere,
quest’altri ce fanno piagne. Aggiungiamoci pure un’amministrazione che
da una parte organizza convegni con Baglioni, grandi concerti per la pace, e tira su monumenti alla "cristianità"
(che costano 3 milioni e mezzo di euro), e dall’altra licenzia, taglia
le ore di assistenza ai disabili, accorpa corsi come fossero noccioline
e chiama professori a contratto senza avere soldi per pagarli, ecco che
il quadro è completo. In pratica è successo di tutto, nell’Università
italiana, in particolare a Tor Vergata. Pure uno sgombero, per chi si
ricorda bene.
E poi, anche a livello individuale – perché siamo
persone, prima di tutto – abbiamo avuto i nostri problem. Abbiamo
sudato freddo per qualcuno a cui vogliamo bene e che si è ritrovato in
ospedale. Abbiamo avuto le nostre tensioni, le nostre idiosincrasie, le
nostre discussioni.

Ma nel 2009, è  giusto dirlo, ci siamo prese le nostre soddisfazioni.

Abbiamo
visto lavoratori e lavoratrici prendersi quello che spettava loro.
Autogestendosi, scioperando, scendendo in piazza. Lottando fino alla
vittoria.
Abbiamo visto i fascisti scappare come lepri (lepri
scortate dalle guardie, per di più) dalle Facoltà, dalle Università,
dalle strade dei nostri quartieri, dalle nostre città.
Abbiamo difeso con forza l’ambulatorio di via Aspertini
a Tor Bella Monaca, dove italiani e stranieri possono ancora continuare
a curarsi, senza pensare ai documenti, ma soltanto alla salute,
ricevendo cure che, prima di un atto burocratico, sono comunque un atto
di dignità umana.
Abbiamo portato per una notte, all’Università,
tante esperienze e tante riflessioni che molte compagne e compagni
hanno condiviso – e continuano a condividere – con noi in questo tempo.
E nonostante i soliti problemi, abbiamo sperimentato un evento nuovo,
diverso, in cui siamo riusciti anche a divertirci "sovversivamente".
Abbiamo
iniziato a lottare per il rispetto di chi ha bisogno di un ausilio per
vivere l’Università. Abbiamo smascherato le falle della nota
ministeriale 160 e del nuovo ordinamento, e abbiamo ottenuto che tutto
il corpo studentesco possa decidere del futuro della nostra Università.

Abbiamo visto iniziare a serpeggiare l’autogestione di fronte alle
esigenze dettate dalla chiusura del Focal Point, con il fitto scambio
di libri (gratis alla faccia del copyright e dei baroni universitari) tra di noi di Tor Vergata e con altre realtà studentesche, grazie a Libreremo.
Abbiamo visto i cineforum e i pranzi sociali riempirsi di studentesse e studenti come noi, e li abbiamo rivisti poi alle assemblee, fuori dai Consigli di Facoltà, per i corridoi.
Abbiamo
visto in tanti avvicinarsi a quello che facciamo, e siamo cresciuti,
sia in numero che in profondità. Confrontandoci, parlando, scambiandoci
quello che siamo. In una parola, incontrandoci.
Abbiamo visto nascere delle meravigliose Perle Nere,
e le abbiamo viste irradiare tutta un’altra luce sulle questioni di
ogni giorno: una luce di autodeterminazione, femminista e antagonista a
una società di vetrine, immagini fittizie e patriarcato nascosto (manco
troppo bene).
Abbiamo visto qualcuno laurearsi (CENTO! CENTO! CENTO!), ed è sempre un gran piacere.
Abbiamo visto chi stava male riprendersi (e tornare più bella di prima), e i problemi diradarsi, perché affrontati insieme.
Abbiamo anche due nuovi compagni di viaggio, casinisti e imprevedibili, che rispondono al nome di Totò e Sonia.
Insomma, abbiamo visto tante Madonne scendere. Però poi alla fine dell’anno ne avemo vista vola’ una, e ve lo giuriamo, se semo tajati.

Per chi vuole, ci vediamo il 31 dicembre, sotto al carcere di Rebibbia – braccio femminile – alle ore 11,
per non far sentire solo chi passerà un altro anno dietro le sbarre di
un’odiata galera. Per tutte le altre e gli altri, ci vediamo al
rientro. Pronti alla sessione d’esame, e a proseguire i nostri percorsi
di lotta. Insieme.

Le compagne e i compagni,
i cani sciolti e i gatti neri,
le streghe e i ciampinesi
,
le/gli amanti della libertà,
quelli che odiano e amano molto,

e  ciascun singolo individuo del
Collettivo Lavori in Corso

Commenti disabilitati su …e famoseli, du’ conti… more...