BLOG DEL COLLETTIVO LAVORI IN CORSO

Niente mimose…

by on Mar.08, 2010, under Generale

 

                                                                        

 
 
http://femminismo-a-sud.noblogs.org

Chi ci conosce sa
che dell’otto marzo non ci importa molto. E’ una occasione per parlarne
ma noi ne parliamo tutto l’anno. Non ci piacciono le mimose, gli
auguri, le celebrazioni
perchè per noi queste sono giornate di lutto in cui tutto ci ricorda
ancora di più che ci sono mille donne a morire, mille donne a soffrire,
mille donne a urlare, altrettante a restare inascoltate. Mille ogni
giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo.

Noi non usciamo da "sole" l’otto marzo per andare a rinchiuderci dentro un ristorante o un club privee che specula
sul nostro lutto. Non ci importa di andare ad adorare un macho che vuol
farci provare il brivido di un muscolo esibito. Non ci importa niente
di miti televisivi che sfileranno nelle discoteche per le donne, di
questo bagno di tronisti, ballisti, isti…

A noi delle donne
interessa davvero e ci interessa anche degli uomini con i quali
cresciamo insieme ogni momento. Ma le donne sono nostre sorelle e le
ringraziamo tutte per i loro sforzi, per le loro battaglie quotidiane,
per ogni scelta difficile che fanno ogni giorno perchè qualunque loro
piccola o grande conquista è e sarà sempre una piccola o grande
conquista per tutte noi. Qualunque donna si ribelli, dia voce alle sue
speranze, alle sue esigenze, alle sue rivendicazioni, sta urlando per
tutte noi e assieme a noi.

Se una donna
dice Basta! tutte noi diciamo Basta! Se una donna dice di No, siamo
tutte lì a dire di No. Per ogni donna stuprata, ferita, picchiata,
umiliata, offesa, siamo tutte parte lesa.

Siamo grate a
ogni donna per quello che ci ha permesso di fare oggi. Ad ogni donna
che ci ha restituito un briciolo di libertà. Ad ogni donna che ci ha
permesso di studiare, leggere, scrivere, esprimerci, sapere,
partecipare, amare, ridere, ballare, giocare, godere, conoscere,
lavorare, scegliere. Siamo grate ad ogni donna che con la sua lotta ci
ha permesso di esistere. Ad ogni donna che con il suo lavoro ci ha
aperto la strada per la nostra autonomia economica. Ad ogni donna
precaria, disoccupata, che lotta per il suo e il nostro diritto ad
avere un posto di lavoro. Ad ogni donna che lotta per il suo e il
nostro diritto ad avere un reddito, una casa, una vita decente. Ad ogni
donna che smette di usare la parola "conciliazione", riferita al tempo
in cui noi dovremmo spartire la nostra pelle tra ruoli di cura e
lavoro, e comincia ad usare la frase "diritto ai servizi a tutela delle
lavoratrici", meglio se full time. Ad ogni donna che non si è arresa,
ha resistito e combattuto per le proprie idee, per poter essere quello
che voleva, per poter amare chi voleva, per vivere la sessualità nel
modo in cui lo preferiva. Ad ogni donna che si è ribellata alla
violenza maschile. Ad ogni donna che ha condiviso la propria dolorosa
storia e la propria esperienza di riscatto affinchè le altre potessero
trarne insegnamento. Ad ogni donna che ha smesso di piangere, che si è
rifiutata di essere una martire, un capro espiatorio, un agnello
sacrificale, che ha mandato a quel paese l’idea di sacrificio che tutti
le imponevano, per il bene della patria, della famiglia, dei mariti,
dei padri, dei padri dei padri, e che ha deciso di vivere la sua vita
da protagonista, lottando, scegliendo, presente a se stessa, sempre. 

Grazie alle donne
tutte, biologiche e non. Grazie alle donne che ci hanno permesso di
dire quello che stiamo dicendo senza correre il rischio di finire
ammazzate, in galera o in manicomio. Grazie alle donne che ci hanno
permesso di scegliere un presente e un futuro per noi stesse.

Grazie
alle nostre nonne per le grandi sofferenze che hanno patito e per aver
aperto un varco per ciascuna di noi. Grazie alle nostre figlie perchè
ci rimettono in discussione, perchè ci mostrano nuovi metodi, nuove
pratiche, altri necessari obiettivi, perchè vorremmo lasciare loro un
mondo meno crudele di quello presente avendo il tempo di godercelo
almeno un po’. Grazie alle nostre mamme che ci hanno protetto da padri
violenti, possessivi, arrabbiati e che ci hanno permesso di sfuggire a
matrimoni imposti o alle attenzioni di maschi di famiglia "troppo
premurosi". Grazie a quelle donne che ci hanno curato e che si sono
prese cura dei nostri figli per permetterci di essere studentesse e
lavoratrici emancipate. Grazie per ogni attenzione, ogni ricetta di
cucina, ogni consiglio privato, ogni suggerimento riferito come fosse
una magia di orecchio in orecchio affinchè arrivasse a noi, affinchè il
nostro destino potesse compiersi in modo diverso. Affinchè il nostro
destino potesse trasformarsi nella determinazione consapevole e
responsabile della nostra vita, della nostra maternità, della nostra
sessualità.

Siamo grate
alle donne con le quali andiamo d’accordo, a quelle con cui discutiamo,
litighiamo perfino, perchè ciascuna ci permette di crescere e ciascuna
rappresenta un granello di passione che unito agli altri diventa pura
energia, temibile, grandiosa, eccezionale in ogni azione realizzata e
in ogni piccolo o grande progresso fatto. Siamo grate alle donne che la
pensano come noi e a quelle che non la pensano esattamente come noi.
Siamo grate a tante ma non a tutte.

C’è bisogno
di fare distinzioni in questa giornata "istituzionalizzata" perchè non
si pensi che tutte le donne fanno bene alle donne. Ce ne sono di
devastanti e deleterie per se stesse e per tutte noi. Ci sono donne
sessiste che sfruttano i corpi delle donne tanto quanto gli uomini. Ci
sono donne razziste che votano o promulgano leggi in cui è scritto che
le donne straniere saranno deportate dentro centri di identificazione ed espulsione
e lì umiliate, private delle loro speranze e delle loro vite, stuprate.
Ci sono donne razziste che non sono mai turbate quando ascoltano donne
che vengono da paesi lontani e che per arrivare hanno vissuto
l’inferno, sono passate di stupro in stupro per poi essere respinte in
mare, ammazzate tra le acque del mediterraneo o riconsegnate ai loro
aguzzini stupratori. Ci sono donne fasciste che obbediscono al
patriarcato e sono le nostre kapo’ perchè ci vogliono tutte piegate e
sottomesse al volere degli uomini, ci impongono una sessualità mutilata
e costretta al solo scopo riproduttivo, ci costringono a soffrire per
qualunque scelta di libertà compiuta, marchiano i nostri uteri e
inzozzano il nostro cammino di libertà con mille ostacoli che non
possiamo perdonare perchè non c’è sorellanza con quelle donne che
vogliono distruggerci, neanche se lo fanno per realizzare la loro
emancipazione sulla nostra pelle. Nulla giustifica la crudeltà,
l’egoismo, la miseria delle loro scelte, dei loro pensieri e delle loro
parole.

Perciò a loro
lasciamo i ristoranti e i fiorellini e noi ci prendiamo il rispetto per
le lotte compiute e per quelle che continuiamo a realizzare, in questo
percorso difficilissimo in cui è fondamentale lottare per esistere,
oggi più che mai giacchè le conquiste fatte sono messe a gravissimo
rischio e molti regressi purtroppo si sono già verificati.

A pugno chiuso,
sorelle, a testa alta, orgogliose, fiere, felici, in pubblico, in
privato, in piazza, sul posto di lavoro, a scuola, in casa, ogni giorno
a sputare su hegel, sul maschilismo e sul patriarcato. Abbiamo mille
sassi che ci hanno lanciato addosso per lapidarci, lastricare la nostra
strada di spigoli appuntiti, appesantirci per non farci arrivare mai
alla meta. Una pietra ciascuna. Una dopo l’altra. Il patriarcato non
potrà resistere a lungo.

Vogliamo
l’uguaglianza, per ogni essere umano. Nessuna persona dovrà mai più
essere sottomessa, sfruttata e discriminata. Nessuna persona dovrà mai
più subire quello che abbiamo subito e che ancora subiamo noi.

con amore e rabbia

le Fike Sicule


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