…e famoseli, du’ conti…
by lavoriincorso on Dic.22, 2009, under Generale
… e un altro semestre finisce, finisce un altro anno. Ma le lotte,
quelle non finiscono, non si arrestano, non si fanno né Natale né
Capodanno – perché in fondo, "anche quest’anno non c’è un cazzo da festeggiare" (cit.) – e anzi, crescono, e ne nascono di nuove…
Certo, nel 2009 ne abbiamo avuto di "piombo, fango, ed ogni giorno", come canta il Danno.
Nel mondo, particolarmente in Medio Oriente, le aggressioni imperialiste sono continuate. in Iraq, in Afhganistan. In Palestina ci sono stati ancora morti, sevizie e violenze da parte dell’esercito israeliano nei confronti dei civili palestinesi,
in nome della solita scusa dei "confini e della sicurezza nazionale".
Le solite stronzate per mascherare l’odio e lo sfruttamento. E dire che
senza nazioni, senza frontiere, senza eserciti, forse si potrebbe anche
vivere meglio. O almeno, vivere.
A Copenhagen, una quindicina di buffoni si sono riuniti per "salvare il pianeta",
o così hanno detto. E mentre loro mangiavano caviale a pranzo, per poi
discutere nel pomeriggio su intese e protocolli non vincolanti, in
molti si sono accorti che quelli che dicevano di voler curare i mali
della Terra seduti sulle loro poltrone, erano proprio gli stessi che
negli ultimi quarant’anni l’avevano distrutta, con le loro fabbriche,
con i loro disboscamenti, con le loro industrie, con i loro inceneritori, le loro turbogas, le loro centrali nucleari e i loro esperimenti bio-genetici, con i loro aeroporti, con le loro TAV. E quando questi molti hanno urlato la loro rabbia contro quell’ipocrisia, in troppi sono stati arrestati. Della serie "oltre che sì. sissignore e pure un calcio in culo". Eh sì, belle le democrazie occidentali, belle proprio…
Sempre nell’Europa-fortezza, milioni di migranti hanno
rischiato, e a volte perso, la vita nel tentativo di raggiungere un
futuro migliore. Magari anche sapendo della svolta autoritaria e
razzista dei governi europei, magari giocandosi il tutto per tutto per
fuggire da un regime dittatoriale, da un’indigenza estrema. E c’è stato
chi si è visto negare il diritto d’asilo ed è andato a marcire in un CIE
(dove molte divise, anche quelle con una Croce Rossa sopra, hanno
picchiato e stuprato) , chi è stato respinto ancora sul barcone e
inviato nelle carceri del suo paese a morire. Magari proprio mentre il
dittatore di quel paese si faceva una bella vacanza a Roma, facendo
sfoggio di tutto il suo sessismo, con la complicità del peggior
Ministro delle Pari Opportunità di sempre…
Ancora in Italia, il "pacchetto sicurezza" ha reso tutti più sicuri, sicuri da morire, sicuri di
morire. Migliaia di telecamere e i militari a mitra spianato nelle
strade hanno reso un’atmosfera già pessima, ci si passi il francesismo,
proprio un’atmosfera di merda, da colpo di stato. I medici sono stati
obbligati a denunciare chi non ha un permesso di soggiorno, la
xenofobia è cresciuta al massimo. C’è stato chi ha ben pensato di
approfittare di questa legge – che è stata fatta, che ve lo diciamo a
fare, dagli stessi che hanno usato da sempre i migranti come manodopera
a basso prezzo – per far scendere in piazza ronde fascistoidi, o per interdire la libera socialità nelle strade e nelle piazze. C’è stato pure uno che voleva vietare i cornetti di Notte. ‘Sto poro cojone.
Rimanendo sempre da queste parti, la disoccupazione è cresciuta dell’8%, i precari sono sempre più precari, e i padroni sempre più arroganti.
Certo, però c’hanno dato le Social Card. Sì, vabbè, è vero che erano
vuote, ma tanto non se ne è accorto nessuno, stavano tutti troppo
impegnati a sintonizzare il digitale terrestre pe’ vedesse le fiction
delle guardie (che guarda caso, in televisione, so’ sempre tutti belli,
bravi, buoni. Chiedeteglielo a Carlo, a Federico, a Gabriele, ad
Alexis, a Stefano…) o i film storici fascio-leghisti
(però le comparse sono rom: dicono che costano poco, si vede che da
quando li hanno sgomberati e lasciati a morire di freddo, sono
disperati del tutto…). E nel frattempo, banchieri e palazzinari, in
tandem col Sindaco dalla Celtica al Collo, promuovevano una campagna di sgomberi senza precedenti.
Regina Elena, 8 Marzo. Hanno montato accuse false e infamanti di ogni
tipo, per buttare fuori da quei palazzi chi non può permettersi un
mutuo. Certo, perché il mutuo lo danno loro. A prezzi esorbitanti. E
però, il lavoro non c’è. Allora ditelo apertamente – non a noi, che ci
siamo già arrivati da un po’ – che è tutta una truffa, per farvi
diventare sempre più ricchi, e noi sempre più poveri. Ma non
lamentatevi se resistiamo.
Nell’Università, provate a
immaginare la situazione.Il Trio ha iniziato a distruggere ciò che era
rimasto ancora da buttare giù. No, mica parliamo del trio
Solenghi-Marchesini-Lopez. Parliamo di Gelmini, Brunetta e Tremonti.
Dicono cazzate come loro, solo che i primi ci facevano ridere,
quest’altri ce fanno piagne. Aggiungiamoci pure un’amministrazione che
da una parte organizza convegni con Baglioni, grandi concerti per la pace, e tira su monumenti alla "cristianità"
(che costano 3 milioni e mezzo di euro), e dall’altra licenzia, taglia
le ore di assistenza ai disabili, accorpa corsi come fossero noccioline
e chiama professori a contratto senza avere soldi per pagarli, ecco che
il quadro è completo. In pratica è successo di tutto, nell’Università
italiana, in particolare a Tor Vergata. Pure uno sgombero, per chi si
ricorda bene.
E poi, anche a livello individuale – perché siamo
persone, prima di tutto – abbiamo avuto i nostri problem. Abbiamo
sudato freddo per qualcuno a cui vogliamo bene e che si è ritrovato in
ospedale. Abbiamo avuto le nostre tensioni, le nostre idiosincrasie, le
nostre discussioni.
Ma nel 2009, è giusto dirlo, ci siamo prese le nostre soddisfazioni.
Abbiamo
visto lavoratori e lavoratrici prendersi quello che spettava loro.
Autogestendosi, scioperando, scendendo in piazza. Lottando fino alla
vittoria.
Abbiamo visto i fascisti scappare come lepri (lepri
scortate dalle guardie, per di più) dalle Facoltà, dalle Università,
dalle strade dei nostri quartieri, dalle nostre città.
Abbiamo difeso con forza l’ambulatorio di via Aspertini
a Tor Bella Monaca, dove italiani e stranieri possono ancora continuare
a curarsi, senza pensare ai documenti, ma soltanto alla salute,
ricevendo cure che, prima di un atto burocratico, sono comunque un atto
di dignità umana.
Abbiamo portato per una notte, all’Università,
tante esperienze e tante riflessioni che molte compagne e compagni
hanno condiviso – e continuano a condividere – con noi in questo tempo.
E nonostante i soliti problemi, abbiamo sperimentato un evento nuovo,
diverso, in cui siamo riusciti anche a divertirci "sovversivamente".
Abbiamo
iniziato a lottare per il rispetto di chi ha bisogno di un ausilio per
vivere l’Università. Abbiamo smascherato le falle della nota
ministeriale 160 e del nuovo ordinamento, e abbiamo ottenuto che tutto
il corpo studentesco possa decidere del futuro della nostra Università.
Abbiamo visto iniziare a serpeggiare l’autogestione di fronte alle
esigenze dettate dalla chiusura del Focal Point, con il fitto scambio
di libri (gratis alla faccia del copyright e dei baroni universitari) tra di noi di Tor Vergata e con altre realtà studentesche, grazie a Libreremo.
Abbiamo visto i cineforum e i pranzi sociali riempirsi di studentesse e studenti come noi, e li abbiamo rivisti poi alle assemblee, fuori dai Consigli di Facoltà, per i corridoi.
Abbiamo
visto in tanti avvicinarsi a quello che facciamo, e siamo cresciuti,
sia in numero che in profondità. Confrontandoci, parlando, scambiandoci
quello che siamo. In una parola, incontrandoci.
Abbiamo visto nascere delle meravigliose Perle Nere,
e le abbiamo viste irradiare tutta un’altra luce sulle questioni di
ogni giorno: una luce di autodeterminazione, femminista e antagonista a
una società di vetrine, immagini fittizie e patriarcato nascosto (manco
troppo bene).
Abbiamo visto qualcuno laurearsi (CENTO! CENTO! CENTO!), ed è sempre un gran piacere.
Abbiamo visto chi stava male riprendersi (e tornare più bella di prima), e i problemi diradarsi, perché affrontati insieme.
Abbiamo anche due nuovi compagni di viaggio, casinisti e imprevedibili, che rispondono al nome di Totò e Sonia.
Insomma, abbiamo visto tante Madonne scendere. Però poi alla fine dell’anno ne avemo vista vola’ una, e ve lo giuriamo, se semo tajati.
Per chi vuole, ci vediamo il 31 dicembre, sotto al carcere di Rebibbia – braccio femminile – alle ore 11,
per non far sentire solo chi passerà un altro anno dietro le sbarre di
un’odiata galera. Per tutte le altre e gli altri, ci vediamo al
rientro. Pronti alla sessione d’esame, e a proseguire i nostri percorsi
di lotta. Insieme.
i cani sciolti e i gatti neri,
le streghe e i ciampinesi,
le/gli amanti della libertà,
quelli che odiano e amano molto,
e ciascun singolo individuo del
Collettivo Lavori in Corso