Non è stata una rissa, ma un’aggressione fascista
by lavoriincorso on Giu.04, 2008, under Generale
Agli studenti, ai professori, ai presidi, ai ricercatori,
come studenti e studentesse dell’Università di Tor Vergata siamo estremamente preoccupati dal crescente clima di intolleranza che la nostra società sta attualmente vivendo. Come è facilmente desumibile dalla cronaca nazionale, infatti, la nostra libertà come cittadini ed esseri umani è continuamente vittima di vili attacchi, perpetrati da individui e formazioni di stampo chiaramente neofascista, mirati a distruggere qualsiasi parvenza di dissenso dall’ "ordine" che qualcuno vorrebbe imporre.
Dopo la recente aggressione squadrista da parte di militanti del partito di estrema destra "Forza Nuova" ai danni di alcuni studenti e studentesse dei collettivi dell’Università "La Sapienza", riteniamo che nessun membro della comunità accademica possa sottrarsi dal denunciare questo rigurgito fascista che si è già espresso in questi ultimi anni nella nostra città con l’uccisione di Renato Biagetti, i raid contro immigrati, rom, transgender, partecipanti a concerti (Villa Ada, Forte Prenestino) o alle case occupate di Casalbertone.
Ogni giorno rischia sempre più di trasformarsi in una sistematica reiterazione di violenza nei confronti di coloro che portano avanti un percorso di ricerca e di affermazione della libertà in ogni sua forma: dalle scuole all’università, dai luoghi di lavoro al diritto alla casa, contro ogni tipo di discriminazione razziale, sociale e sessuale.
Quella libertà che ha lasciato dietro di sé le catene odiose della censura e del pensiero unico, quella libertà che, per sua stessa essenza e natura, rifiuta il fascismo in ogni sua declinazione. Compresa quella storica-revisionista che viene utilizzata dai neofascisti per autolegittimare la propria servile esistenza.
Affermare pubblicamente il valore dell’antifascismo oggi, fondamento della società in cui viviamo, significa porre un argine alla dilagante ondata securitaria che colpisce le fasce più deboli della popolazione e, in generale, chi è considerato "diverso". In un ateneo come il nostro dovrebbero quotidianamente venire discusse le vicende, le esperienze e le idee che sono in grado di rendere l’essere umano un essere libero e responsabile di fronte a sé e ai suoi simili.
Non dimentichiamo il fascismo, così come non dimentichiamo il rogo dei libri del 1938 in Italia e in Germania, l’esilio forzato di artisti e intellettuali di ogni nazionalità discriminati perché contrari al regime o perché di religione ebraica – e dunque, per il fascismo, "nemici" come sono oggi i rom, gli extracomunitari, gli omosessuali o quelle donne che hanno "l’ardire" di decidere da sé della loro vita – e non dimentichiamo la quantità di sofferenza e di sangue versato a causa della barbarie nazifascista in Italia, Europa e Africa.
Fino ai giorni nostri, quando le lotte sociali vennero sistematicamente colpite dallo Stato democristiano in combutta con le organizzazioni di estrema destra tramite i sanguinosi attentati contro la popolazione civile e le leggi emergenziali.
Quanto avvenuto alla Sapienza la scorsa settimana non è stata una rissa ma un’aggressione squadrista, organizzata tra l’altro da un federale di Forza Nuova già implicato negli analoghi fatti di Villa Ada e di Centocelle.
Per questo bisogna tenere gli occhi bene aperti e non minimizzare quanto sta avvenendo né ridurlo erroneamente (o per comodità) ad una guerra tra opposti estremismi, perché così non è.
Gli studenti e le studentesse del Collettivo "Lavori in Corso"