DEGUSTAZIONE E SACCHEGGIO…E IL RETTORE NON BRINDA PIÙ!
by lavoriincorso on Dic.16, 2010, under General
Per l’Università non basta il lutto: PAGHERETE CARO, PAGHERETE TUTTO!
Nella tarda mattinata del 16 dicembre, il gioviale Renato Lauro, Rettore dell’Università di Tor Vergata (nonché medico personale di Balducci e della “cricca” dello scandalo legato alla ricostruzione de L’Aquila, per chi ha memoria…) ha deciso di riempire l’Auditorium della Facoltà di Lettere e Filosofia con la sua corte di baroni, “amici degli amici” e lacché vari, con l’intento di festeggiare, con tanto di champagne e buffet in grande stile, l’arrivo del Natale ormai alle porte.
Le studentesse e gli studenti di Tor Vergata però, nonostante la loro nota propensione alle libagioni (solitamente al grido di “più brindisi e meno bevute”), non sono riusciti a trovare in nessun modo una sola valida ragione per brindare. A cosa si sarebbero dovuti levare i calici, infatti?
Al passaggio in Senato del disegno di legge Gelmini?
Al blocco del turn-over e dei concorsi?
Ai tagli del fondo di finanziamento ordinario per le università pubbliche?
Ai favoritismi alle università cattoliche e private?
Alla trasformazione degli atenei in fondazioni?
Al proseguire del processo di precarizzazione dell’università e del mondo del lavoro?
Alla repressione nei confronti di chi manifesta il proprio dissenso contro tutto ciò?
No, seriamente. Proprio no.
Nonostante tutti i tentativi – effettuati, a onor del vero, anche utilizzando logiche non aristoteliche e tecniche di meditazione orientali – nessun iscritto al secondo Ateneo romano è riuscito infatti a trovare qualcosa da festeggiare. Inoltre, considerato come l’occupazione delle Facoltà di Lettere e di Scienze perduri ormai dal 29 novembre scorso, nell’indifferenza più bieca del Rettore (che anzi, ha anche trovato il tempo di rilasciare al minzoliniano TG1 un’intervista in cui si complimentava con la Gelmini per la sua riforma…), è apparso chiaro a tutti che questa festa non s’avesse da fare.
Piuttosto, sarebbe stato meglio officiare il funerale della Cultura. E così è stato deciso. Con tanto di tamburino, corona di fiori, donne vestite a lutto e bara, un centinaio di studenti provenienti da tutte le Facoltà (insieme ai loro meravigliosi “complici” del Centro Sperimentale di Cinematografia) hanno dunque sfilato in un corteo-processione per i corridoi e il piazzale di Lettere, raccogliendo molte altre anime sensibili all’assassinio della Cultura, ed entrando infine trionfalmente nell’Auditorium. Lì, tra gli sguardi attoniti del caravanserraglio rettorale (e i sorrisi a denti stretti di quei ricercatori, lavoratori e docenti che all’inutile brindisi avevano partecipato solo per magari carpire qualcosa di più riguardo il loro futuro sempre più incerto), hanno attraversato la sala e infine posato il nero feretro al centro del palco (si vocifera che alcuni noti appartenenti a Comunione e Liberazione, i quali non mancano mai ad appuntamenti di questo tipo per continuare ad avere i loro agganci mafiosi coi vertici universitari, abbiano addirittura estratto il cilicio per riflesso incondizionato, tanto il funerale emanava dolore). Ma proprio in quel momento è avvenuto l’incredibile. Sotto gli occhi sbarrati dei Presidi e del Rettore spaparanzati sulle poltrone, la Cultura è riemersa dalla tomba che proprio quei baroni con la loro indifferenza avevano scavato, e ha iniziato a ricordare il suo passato e a immaginare il suo futuro.
Citando Dante, Marx, Platone, Camus, De André e Plutarco, la Cultura ha raccontato a tutti i presenti i particolari più scabrosi del suo omicidio: e mentre qualcuno tra il pubblico ha cominciato a tremare di paura, qualcun altro proveniente dalla processione ha cominciato a tremare di rabbia, e a turno ha esposto le ragioni della protesta degli studenti, sottolineando le ambiguità dell’amministrazione nei confronti dell’attacco all’università e illustrando le losche manovre economiche e speculative portate avanti dal Rettore (come i campi da golf nel territorio dell’Ateneo, il Campus in accordo col palazzinaro fascista Alemanno, i tre milioni di euro spesi per mettere dei bronzi celebrativi della cristianità, e molto altro ancora) . Tra gli applausi di metà dei presenti (e la vergogna dell’altra metà) il corteo funebre ha dunque immediatamente recuperato il suo spirito combattivo, guadagnando l’uscita della sala e attaccando il buffet, che il Rettore aveva comunque ordinato con i soldi dell’Ateneo (e dunque, i soldi degli stessi studenti, quelli che guarda caso non ci sono mai quando c’è da salvare un corso di laurea, o il posto di lavoro di qualche precario…) Le lamentazioni di dolore si sono trasformate in cori, e spumanti, rustici, tramezzini e panettoni sono stati portati al centro del piazzale, dove subito molti altri studenti, insieme a lavoratori e docenti dell’Ateneo si sono aggiunti ai festeggiamenti. Perché grazie a quell’epifania, di colpo sono apparsi molti motivi per brindare.
Brindare, ad esempio, al Re-ttore nudo nel giorno della sua “festicciola”.
Brindare alla mobilitazione, che continua e continuerà fino al ritiro del disegno di legge.
Brindare anche alla sentenza del TAR che ha bloccato la costruzione dell’inceneritore di Albano, a pochi chilometri dall’Ateneo.
Così, il buffet rettorale pagato con i soldi degli studenti è stato ridistribuito a tutti, mentre intanto si volantinava, si discuteva, ci si abbracciava e si brindava tutti insieme. Testimonianze di una talpa all’interno dell’Auditorium sostengono che il Rettore, all’uscita del corteo dalla sala, abbia definito i manifestanti “pittoreschi”, perché avrebbero detto solo “il 40-80% di esattezze nel loro discorso”. L’unica reazione, oltre all’immediata creazione di un corso di recupero in Statistica a uso e consumo del Rettore, è stata una grande risata. La stessa risata che seppellirà la riforma Gelmini e gli interessi che le stanno dietro.
Cordiali Saluti
Le studentesse e gli studenti di Tor Vergata
P.S: visto che il Rettore non ha badato a spese, come mai fa quando si tratta di mangiare, è avanzato molto cibo dal buffet. Per questo siete tutti invitati in serata nella Facoltà di Lettere e Filosofia, per un aperitivo a sottoscrizione libera.