COMUNICATO SULLA GIORNATA DEL 14
by lavoriincorso on Dic.15, 2010, under General
Ieri Roma ha visto rovesciarsi nelle sue strade la rabbia di studenti e lavoratori, mentre al Parlamento il trionfo della corruzione di regime dava spettacolo al mondo intero.
Ciò che oggi tutti i giornali chiamano “violenza dei manifestanti in piazza” altro non è che il mascheramento della loro violenza, violenza di stato, che da una parte è continuo impoverimento di ogni individuo di questo paese e di questa società, dall’altra è repressione di chi ha deciso di dissentire.
Gli studenti e i lavoratori in questi mesi vedono scomparire qualsiasi speranza di poter essere considerati e ascoltati attraverso manifestazioni silenziose (decise in tutto e per tutto dal Ministero dell’Interno stesso, al fine di poter minimizzare i risultati o, quando fa più comodo, strumentalizzare la rabbia che le attraversa) e tramite ogni sorta di delega ai partiti (che rappresentano, come ieri abbiamo potuto vedere di nuovo, solo gli interessi dei politici e dei loro giri d’affari).
Tor Vergata ieri è scesa in piazza, 500 studenti tra Lettere e Scienze e Ingegneria hanno organizzato uno spezzone autonomo, mentre ricercatori, docenti e personale tecnico del nostro Ateneo erano lì con noi a gridare la rabbia per un futuro che sembra non essere più visibile all’orizzonte.
LAVORO-ISTRUZIONE-TERRITORIO, NESSUN PROFITTO SULLA NOSTRA PELLE, TOR VERGATA LOTTA!
Queste le frasi che aprivano il nostro spezzone, queste le ragioni della nostra determinazione.
Siamo stanchi di vedere le nostre vite sempre più precarie, siamo stanchi di dover combattere contro un sistema che ci affama, ci toglie libertà passo dopo passo, e ci reprime con la forza ad ogni nostro “no”.
Non regge più, a questo punto, l’alibi di coloro che speravano in un radicale ribaltamento della situazione politica italiana conseguente alla caduta del governo Berlusconi, o che in ambito universitario avevano riposto “fiducia nella sfiducia” affinché il DDL Gelmini venisse ritirato. La fiducia rinnovata (nonostante l’esplicito dissenso manifestato vigorosamente ieri in piazza) altro non è che l’ennessima sfacciata dimostrazione dell’ autoritarismo e del corporativismo dei “nostri” parlamentari, che hanno cavalcato la protesta quando hanno ritenuto di poterla usare per mettere pressione contro i loro colleghi, e che l’hanno poi approvata quando il futuro (del loro stipendio) sembrava avere più garanzie dal confronto sulla fiducia.
Con gente di questa pasta non abbiamo niente da spartire, come non abbiamo nessuna intenzione di affidare loro il destino delle nostre vite.
La conferma della fiducia non è stata “la fine” di nulla, tantomeno della mobilitazione studentesca per il ritiro del DDL Gelmini. Anzi, non è che un inizio: e la lotta continua.
SOLIDARITA’ AI COMPAGNI FERMATI!