Per un corteo nazionale contro la repressione
by lavoriincorso on Ott.25, 2010, under General
Non ci stupisce che la procura abbia individuato proprio nel nostro compagno e fratello Tonino il “nemico pubblico”, il sovversivo da rinchiudere perché pericoloso per il loro ordine sociale, non importa la reale circostanza nella quale si è trovato ad agire.
I responsabili della sua detenzione sono da ricercare tra chi detiene ed esercita il potere e tra i servi che lo eseguono.
Infatti sono i magistrati che, con il chiaro intento di criminalizzare i movimenti di lotta, hanno costruito un castello accusatorio contrario ad ogni ragionevolezza; è la digos che materialmente ha rinchiuso in un carcere Tonino; sono i giornalisti che come sempre hanno sparso fango.
Non ci stupisce, inoltre, che nel primo pomeriggio di mercoledì 8 settembre il giudice abbia negato i domiciliari a Tonino, così come richiesto dai suoi legali.
Solo qualche giorno prima era stato trasferito nel carcere di Civitavecchia, nel tentativo di fiaccarne il morale, la resistenza e di allontanarlo dal clima di solidarietà che giorno dopo giorno cresce attorno a lui.
Queste scelte dimostrano, ancora una volta, che le motivazioni per cui Tonino è strappato all’affetto dei suoi compagni e dei suoi amici sono tutte politiche e poco o nulla hanno a che fare con l’assurdo reato che gli viene contestato.
Al corteo spontaneo, che mercoledì ha attraversato le vie del centro di Napoli, abbiamo urlato ancora una volta che Tonino è in galera per ciò che rappresenta.
Non cadremo nel gioco di questo sistema. Non stiamo con Tonino solo perché è evidentemente estraneo ai fatti che gli vengono imputati da un impianto accusatorio improponibile, noi siamo al suo fianco soprattutto perché è questa la nostra parte della barricata.
Ribadiamo nuovamente che “colpevole” e “innocente” sono categorie che non ci appartengono.
Crediamo che questo mondo sia diviso unicamente in sfruttati e sfruttatori.
Occorre scegliere da che parte stare.
Noi lo abbiamo già fatto.
Tonino lo ha già fatto.
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Il primo maggio 2010 a Napoli la polizia permette ad un gruppo di fascisti di avvicinarsi al corteo che sfila, inscenando provocazioni e minacce. I compagni reagiscono allontanandoli. Uno dei fascisiti si rifugia in un negozio, dove scoppia una rissa, e ne esce con alcune ferite da taglio. Mesi dopo la polizia arresta due persone. Una di queste è Tonino, compagno e fratello di tutti noi.
Non ci interessa giudicare l’operato dei compagni. Non ci interessa capire le dinamiche degli eventi prima di scegliere da che parte schierarci. Noi non conduciamo indagini. Di una cosa siamo certi: Tonino è in galera per ciò che rappresenta. Per essere stato sempre in prima fila nelle lotte ambientali, antifasciste o contro la repressione. Colpevole o innocente sono categorie che non ci appartengono.
Questo è un blog che ha come obietivo quello di far convergere e/o coordinare le iniziative di solidarietà per Tonino che prendono forma in ogni città.
Poche parole, insomma.
Un nostro fratello nelle mani del nemico.
Delle sbarre. E noi.
Il resto ha l’odore della strada.