BLOG DEL COLLETTIVO LAVORI IN CORSO

Nessuna persona è clandestina!

by on Ott.11, 2008, under Generale

Il razzismo, figlio della stupidità,
ha molti padri (e padroni)
 
in occasione dell’incontro organizzato dal Rettore di Tor Vergata
presso l’auditorium di Lettere dal titolo "Razzismo: figlio della stupidità,
fratello dell’ignoranza", al quale hanno partecipato circa 200 studenti delle scuole superiori, abbiamo voluto contribuire distribuendo un volantino a tutti
i presenti che ha posto l’accento sulle pesanti responsabilità
delle istituzioni nazionali e locali, dei media, delle forze dell’ordine.
Gruppi razzisti/fascisti si sentono sempre più legittimati ad
aggredire qualsiasi persona individuata come "diversa"proprio
a causa delle false emergenze costruite a tavolino per scatenare
l’odio tra le classi sublterne.
 
 
Ingabbiati
 

Legare
l’ingresso degli immigrati ad un lavoro ed una casa che non possono
avere prima di partire, chiamare una persona “clandestina”,
dividendo a prescindere tra “buoni” (stranieri “regolari”) e
“cattivi” (senza documenti), considerare i migranti come
portatori di criminalità e rinchiuderli a migliaia nei CPT-lager è
la politica praticata dai governi che si sono succeduti negli ultimi
anni.

Con la
fattiva complicità degli organi di informazione che rilanciano a più
non posso leggi discriminatorie degne di quelle razziali del 1938, si
legittimano sia lo sfruttamento dei lavoratori stranieri ad opera di
padroni italiani sia le scorribande di gruppi fascistoidi che hanno i
loro referenti politici nel parlamento e nelle amministrazioni
locali.

Gli
immigrati ci rubano il lavoro”
. Quando un cittadino qualunque o
un politico esclama questo in televisione è facile immaginarsi
l’orgasmo provato da tutti i “cavalieri del lavoro” che godono
nel vedere materializzarsi un loro antico sogno: la guerra fra poveri
che è utile solo a mantenere lo status quo.

E’ stato
fatto passare il concetto di “sicurezza” criminalizzando
lavavetri, rovistatori di immondizia, abitanti di case occupate,
etnie a cui prendere le impronte digitali e prostitute da rinchiudere
in carcere.

Tutto
condito dall’utilizzo dei mezzi più repressivi mai creati dall’uomo:
polizia, militari e carceri.

L’operazione
culturale della demonizzazione del “diverso” continua a
sottomettere milioni di individui usando pretestuosamente la parola
“legalità”. Chi la chiama in causa lascia però spesso a
desiderare ed ogni riferimento alla nostra classe politica non è
casuale.

Mentre si
procede con la distruzione di scuole e università, con
l’abbassamento delle tutele (eufemismo) dei lavoratori, con lo
smantellamento del patrimonio immobiliare a vantaggio dei privati,
con l’abbandono della sanità sempre più lasciata in mano alle
cliniche convenzionate, con l’investimento di centinaia di milioni di
euro per andare in guerra e, buon ultimo, con il probabile
salvataggio delle banche con i soldi di tutti noi
l’emergenza-immigrazione viene fomentata così da tenerci tutti
distratti a prendersela col più debole.

Dopo i
numerosi casi di aggressione a sfondo razziale, politici e media
cercano immediatamente di assolvere i proditori gesti riducendoli al
“disagio giovanile”, alle “baby gang” e ad un altro termine
buono per tutti gli usi: il “bullismo”. Si tende a mischiare
tutto in un unico grande calderone, in modo tale da non affrontare
mai le reali cause che armano culturalmente gli aggressori perché
coincidono in pieno con gli obiettivi di chi intende dominare con la
paura sulla gente, sempre più impoverita, come la storia dell’ultimo
secolo racconta.

Negli ultimi
mesi a Tor Vergata, Torre Angela, Tor Bella Monaca ci sono state
almeno 5 aggressioni attuate con le stesse modalità: quattro andate
“a buon fine” e una no, grazie alla reazione di un istruttore di
arti marziali.

Inoltre, il
campo nomadi che si trovava fino a pochi giorni fa vicino la cappella
universitaria, nel quale abitavano cittadini italiani regolari (ma ha
senso ed è giusto fare comunque questa distinzione?), è stato
oggetto il 13 agosto scorso del lancio di due bengala: la polizia
municipale si affrettò nel dire che non c’era alcuna matrice
razziale dietro. Magari era solo il capodanno del Ku Klux Klan?

A Ciampino
la polizia ha addirittura denunciato la donna vittima delle note
violenze presso l’aeroporto, nella ricca Parma la municipale ha
massacrato un ragazzo di colore, a Castelvolturno i 6 morti ammazzati
dalla camorra le forze dell’ordine li volevano far passare per
spacciatori e si potrebbe continuare ancora con gli ultimi
aggiornamenti provenienti da Milano…con questi esempi di cosa ci si
vuole meravigliare?

Ai ragazzi e
alle ragazze delle scuole oggi presenti, sicuramente più svegli di
tanti adulti, vogliamo solo dire che per strada come a scuola, a
lavoro come nella vita, ci fanno vivere una costante precarietà e
chi comanda tende a dividerci (“divide et impera” dice niente?)
una volta sul colore della pelle, un’altra sulla religione, un’altra
ancora sulla provenienza geografica, sulla squadra per cui tifiamo,
sui soldi che abbiamo in tasca, sui voti che ci danno…

Pensate e
riflettete su chi trae vantaggio da tutta questa situazione.

Infine ci
chiediamo che senso ha per la nostra università trattare un problema
così complesso partendo da temi biologici se poi si accolla tutto
alla stupidità e all’ignoranza di alcuni ragazzi senza mai accennare
alle pesanti responsabilità delle istituzioni che fomentano questo
clima di odio, di xenofobia e di rigurgiti razzisti avallati dalle
attuali leggi, portati avanti dai ricatti sul posto di lavoro, dalle
violenze in divisa e confezionati dai media. Sarà mica questa la
vera emergenza ? Guai a parlarne ai ragazzi che vanno a scuola…


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